Donne di pensiero, con uno stile e una profondità unici. Quando penso a queste donne mi vengono in mente mistiche, poetesse e filosofe, ma anche una figura originale e fuori dal comune come Cristina Campo.
Vittoria Guerrini, in arte Cristina Campo, nasce a Bologna nel 1923; riceve una prima formazione da maestri privati, proseguendo gli studi da autodidatta, a causa di una malformazione cardiaca che le impedisce di frequentare le scuole.
Il suo pensiero, maturato in un contesto culturale animato da numerosi poeti e intellettuali, deve molto alla scoperta delle opere di Simone Weil e al rapporto con Elémire Zolla. Scrittrice e traduttrice, evoca il potere dei simboli che ci mettono in relazione con l’eterno attraverso la fiaba, il sogno e la poesia, esprimendo così “incredulità nell’onnipotenza del visibile”. La via che conduce al simbolo e al mistero è un’attenzione estrema, intesa come responsabilità ovvero “la capacità di rispondere per qualcosa o qualcuno, che nutre in misura uguale la poesia, l’intesa tra gli esseri, l’opposizione al male” .
Scrive di fiaba ma anche di rito, mito e Bellezza per svelare l’essenziale, – ciò che non è di questo mondo- un sopramondo di cui vanno assecondate le leggi. Una palpitante brama di perfezione e purezza, nettezza del linguaggio e ricchezza dei contenuti sono caratteristiche proprie di Cristina Campo, la cui eleganza e raffinatezza confluiscono in una ricerca spirituale assolutamente sincera e appassionata.
Citazioni tratte da “Gli imperdonabili”